Le vie per fare la pace

LE VIE PER FARE LA PACE

Le Cinque D.

Nel cuore di Roma, ospiti dell’Apocrisario Patriarcale Archimandrita della Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, Chihade Abboud (leggendo titoli e nome lo immagini con una lunga barba bianca, un po’ ieratico, invece ti trovi davanti un giovane e simpatico prete siriano con un sorriso che lo leggi anche negli occhi), si è svolto un bell’incontro, organizzato da Communia, Costruttori di Pace, Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà, OsPTI e La nostra Madre Terra.

Chihade Abboud. Apocrisario Patriarcale e Archimandrita di Santa Maria in Cosmedin

La pluralità dei soggetti organizzatori, ha contribuito a convogliare le migliori energie che hanno in comune il bene supremo della Terra e di chi la abita. La pace è condizione essenziale per costruire un futuro di Libertà, Giustizia, Benessere, Sviluppo Umano.

Le Cinque D. 

I temi, presentati in panel la mattina e discussi in tavoli di lavoro cui hanno partecipato attivamente tutti gli intervenuti, per individuare alcune vie per fare la pace, sono stati:

Dialogo interreligioso e culturale;

Diplomazia e Diritto Internazionale;

Diversità

Decolonizzare i rapporti internazionali

Disarmare la terra e le economie.

Antonella Trocino. Associazione Beni Comuni Stefano Rodotà

I relatori dei cinque panel hanno portato contributi di altissimo livello, che hanno consentito ai tavoli pomeridiani di arricchire con delle proposte operative l’intensa giornata di lavoro.

Queste proposte, presentate in sintesi dai facilitatori dei tavoli in plenaria, saranno elaborate in un documento finale che sarà portato ad una prossima riunione dei partecipanti, nella quale si verificheranno anche le modalità concrete operative e definite in un progetto di lavoro.

Possono cittadini, associazioni della società civile contribuire al superamento dei conflitti e a sostenere processi di pace giusti e duraturi? Prendendo a prestito una delle frasi più citate di Antonio Gramsci, la risposta è sì, con “il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà” (Quaderni dal carcere 1929-1939). Scrisse qualcosa che, riletto a quasi cento anni di distanza, appare profetico. Chi avrebbe immaginato che sarebbe caduto il fascismo? In quegli anni godeva di un vasto consenso popolare

 L’Italietta, uscita male dalla guerra sembrava avere acquisito una identità ed un rispetto internazionale con insospettabili simpatie di personaggi del peso di Winston Churchill e Franklin Delano Roosvelt, che riceveva con tutti gli onori la delegazione italiana il 3 maggio 1933, eppure dalla cella del carcere di Turi, cercò in un modo originale di connettere ragione e volontà. Di fronte agli enormi problemi che si presentano e ai quali occorre trovare una soluzione razionale, la volontà non deve cedere il passo alla rassegnazione o smettere di lottare condannandoci al pessimismo. In ultima analisi Gramsci ci invita a intravedere soluzioni anche quando non sembrano esservi, almeno a breve.

Con questo spirito nella giornata del 24 febbraio, si è parlato delle “Vie per fare la pace.”

Salone d’onore di S. Maria in Cosmedin

Pace nel mondo e pace con il mondo.

Perché di guerre l’umanità oltre quelle tra popoli ne sta soffrendo tante. Ambiente, violenza di genere, migranti, povertà, religioni, razze, omofobia, misoginia, abilismo, ageismo, neocolonialismo, socialità, sono i temi che si sono incrociati nella giornata, evidenziando la necessità di un radicale cambio di paradigma.

Ad esempio, nella frase Sviluppo Sostenibile, il soggetto è lo sviluppo, aggettivato con sostenibile. Proviamo a cambiare: Sostenibilità dello Sviluppo, già il peso si sposta radicalmente e condiziona i processi. E che tipo di sviluppo? La crescita del PIL?, che ha portato alle maggiori diseguaglianze o lo Sviluppo Umano?  che in modo empirico è calcolato nell’ISU, Indice di Sviluppo Umano (HDI in inglese Human development Index).

In tema di difesa della Terra e di tutti i suoi abitanti animati e non sono stati riportati esempi di “costituzionalizzazione” dei temi ambientali, in particolare in America Latina, Ecuador, Colombia, e Bolivia che ha inserito il concetto della “personalità giuridica della Terra”, dando forma giuridica e sostanza alla cura e al rispetto del nostro Pianeta.

Il dialogo interreligioso è uno degli snodi cruciali delle vie della Pace. 

Da Gerusalemme hanno fatto sentire la loro voce il Cardinale Pizzaballa, Patriarca dei Latini, e Fr. Francesco Patton, custode di Terra Santa, in presenza sono intervenuti l’Archimandrita Chihade Abboud, l’Imam Yahya Pallavicini , del Coreis, Comunità religiosa islamica e Lino Piacentini dell’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti.

S.E. Cardinale Pierbattista Pizzaballa. Patriarca dei Latini di Gerusalemme
Imam Yaya Pallavicini
Cinzia Rossi. Costruttori di Pace-OsPTI

In serata si sono aggiunti rappresentanti della comunità buddista che non hanno voluto mancare questo appuntamento.

Ci vorrà molto tempo per curare le profonde ferite che hanno colpito le comunità israeliane e palestinesi, con gli stessi cristiani divisi nel sostenere le ragioni degli uni e degli altri. Papa Francesco ha levato la sua voce di condanna dei massacri del 7 ottobre ma ha chiesto alle autorità di Tel Aviv di fermare la guerra che ha inferto a civili innocenti una punizione enorme e sproporzionata. Morti, feriti, orfani si contano a decine di migliaia. Come scriveva Gino Strada, il prezzo delle guerre è pagato da civili che non hanno nessuna responsabilità. Bisogna impegnarsi perché la guerra dopo aver seminato lutti, distruzione, orrore, possa terminare in una vera pace.

Che peso ha avuto lo schierarsi delle Chiese Ortodosse di Russia ed Ucraina a fianco dei rispettivi leader politici? Questo esempio ci ricorda che sì l’odio religioso tra diverse confessioni, può essere un potente propellente, ma nel caso dei due paesi slavi entrambi seguono a larghissima maggioranza la stessa religione. 

Ambasciatrice Elena Basile

Stefano di Carlo, rappresentante di Medici Senza Frontiere e l’ex ambasciatrice Elena Basile hanno portato le loro esperienze alla discussione sul tema Diplomazia e Diritto internazionale. Gaza ed Ucraina al centro dei loro interventi. Diritto che non ha impedito di colpire le sedi di MSF a Gaza, uccidendo operatori e loro familiari e di non rispettare i faticosi accordi che si erano raggiunti per sospendere le ostilità nelle regioni del Donbass e del Lugansk. La diplomazia, non guidata da forti volontà politiche nella risoluzione dei conflitti non può risolvere i problemi. Il diritto internazionale più volte calpestato senza mai effettive sanzioni verso i responsabili, è astratto. Le decine di risoluzioni emesse dalle Nazioni Unite per il ritiro di Israele, non solo non sono mai state rispettate, ma non hanno impedito la rapina dei territori da parte di coloni integrali sti sostenuti e protetti dall esercito di Israele.

Maura Cossutta. Casa Internazionale delle donne.
Patrizia Sterpetti. WILPF

L’esperienza della casa Internazionale delle donne e di WILPF Italia rappresentate dalle due Presidenti, Maura Cossutta e Patrizia Sterpetti, ha focalizzato un dei temi più discussi negli ultimi tempi. Il ruolo del patriarcato come parte integrante di una cultura di morte, di violenza e di guerra. Entrambe hanno rivendicato il ruolo delle donne per la pace, naturalmente portate alla ricerca di dialogo e soluzioni. Wilpf fu fondata da un gruppo internazionale di donne nel 1915, per chiedere la fine del primo conflitto mondiale. La Fondazione della casa Internazionale delle donne di Gaza, testimonia come il mondo transfemminista sia impegnato a diffondere parole di pace. Una proposta molto importante è stata avanzata: una Conferenza mondiale delle donne per la Pace.

Simone Dioguardi. Centro internazionale José Martì

Da Cuba Maurizio Dioguardi ha inviato una relazione di grande interesse, proposta dal figlio Simone, che riprende il grande lascito umano e politico di José Martì, ovviamente aggiornato ai giorni nostri. Una visione di un ambientalismo integrale ed umanista, sganciato dalle logiche del neoliberismo esse stesse causa e fonte di conflitti per la competizione sulle risorse e sul territorio. Un neo-costituzionalismo fondato sul ruolo dominante della comunità sull’individuo, il rafforzamento di strumenti di democrazia diretta. Le democrazie liberali hanno dimostrato di essere incapaci di difendere il bene comune, principali tra loro, la Terra, la Pace e la Fraternità tra i popoli. La riforma delle Istituzioni Internazionali, a partire dalle Nazioni Unite, appare ormai indifferibile per avviare una decolonizzazione dei rapporti internazionali sia sul piano giuridico che economico.

Don Mattia Ferrari. Cappellano di Mediterranea Saving Humans

Il cappellano della organizzazione Mediterranea Saving Humans, Don Mattia Ferrari, ha ricordato il dramma che quotidianamente si consuma nel Mediterraneo e le condizioni inumane e disperate in cui versano i rifugiati in Libia, cui Mediterranea rivolge un impegno molto importante. Il nuovo governo ha ostacolato il lavoro delle organizzazioni umanitarie di salvataggio in ogni modo possibile, spesso in violazione di leggi e accordi internazionali oltre che della stessa carta Costituzionale. Respingere i poveri vuol dire respingere la Pace. Nonostante la sua importanza universalmente riconosciuta, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, che tra gli altri sancisce il diritto ad emigrare, resta una buona intenzione astratta, vanificata dai comportamenti reali che sono la causa principale delle migliaia di morti in mare e in Terra, Nel suo intervento ha citato la storia di un ragazzo del Darfur, fuggito dalla guerra e costretto a cercare una via di fuga, imbarcandosi su un barchino colato a picco il 7 febbraio scorso. Il suo nome Mahmoud, attivista per la pace e l’ecologia, studente universitario. Il conflitto del Darfur è uno degli effetti del cambiamento climatico.

Mahmoud Muhammad Haroun Adam.
Nyala Sud Darfur 1999 +7/02/2024 Mediterraneo

Ci ha lasciato sui suoi social un ultimo messaggio “Come possiamo costruire la Pace se non la conosciamo”. Un messaggio rivolto ad ognuno di noi.

Vanessa Pellucchi. Lega Ambiente Nazionale.

Nell’ultimo panel della mattinata dedicato all’ambiente e all’economia ha esordito Vanessa Pallucchi, VicePresidente Nazionale di Lega Ambiente. La guerra dopo la tragedia umanitaria si trascina quella ambientale. L’inquinamento di metalli pesanti del fiume Dnipro si riversa nel Mar Nero e da questo nel Mediterraneo. La sostenibilità diventa condizione di pace, è educazione di uno stile di vita, induce ad un rapporto positivo con la riduzione dei consumi, mentre la crescente tecnologia, che usa materie prime come litio e cobalto determina conflitti per accaparrarsi le risorse. Uno dei problemi più grandi come lascito delle guerre, sono gli ordigni bellici, fonte di gravissimi inquinamenti la cui bonifica richiede anni di interventi. L’educazione di cui ci occupiamo non è propriamente l’educazione alla pace, piuttosto è tesa a risolvere conflitti e alla convivenza. Educhiamo al rispetto e all’ascolto, anche in situazioni di idee diverse e a sviluppare nei territori pratiche di cooperazione e cittadinanza attiva.

Per quanto riguarda il ruolo dell’economia nei conflitti il professor Leonardo Becchetti, autore del libro “La Rivoluzione della Cittadinanza attiva”, ritiene che oggi l’Europa ha tradito i suoi fondamenti, nata per condividere le risorse non per lottare per esse, con la CECA che ha messo insieme Paesi che hanno da sempre lottato per il controllo del carbone e dell’acciaio. L’economia si gioca sulla innovazione, sulla cooperazione, cioè sulla intelligenza relazionale, sulla trasformazione del prodotto. La società civile deve sviluppare cittadinanza attiva, la partecipazione, il senso civico. Un esempio è l’azionariato attivo, cioè intervenire per indirizzare le imprese a comportamenti coerenti con il fine sociale dell’economia.

Nel campo dell’energia una produzione diffusa come le comunità energetiche.

Per quanto riguarda i flussi migratori stiamo favorendo le uscite e bloccando le entrate con conseguenze catastrofiche. Le migrazioni sono fenomeni naturali per “arbitrare, cioè correggere gli squilibri di felicità”. Abbiamo un gap enorme tra offerta di lavoro e disponibilità di manodopera.

I social media sono un fattore straordinario di conflitto, di polarizzazione delle idee. 

E’ indispensabile creare una grande comunità educante digitale, stare sui social media. 

Dobbiamo lavorare sulla logica della deescalation come ha fatto Desmond Tutu con i tavoli della giustizia riparativa, Giovanni Bachelet che ha perdonato pubblicamente gli assassini del padre, per la pace occorre rimuovere le ragioni dell’odio. Ridurre i motivi di contrasto.

Prof. Stefano Zamagni

Il professor Zamagni introduce il suo intervento denunciando la mancanza di metodo, di impegno per ricercare le vie della pace. Ci sono due tipi di pace, uno negativo, il cessate il fuoco e l’altro positivo, quello che rimuove le cause del conflitto.

Due vere democrazie non si faranno mai la guerra, perché una democrazia vera ripudia la guerra. Terenzio scrive il seme e la terra sono in conflitto, ma se ben curato, il seme coopera con la terra e diventa pianta. 

Oggi sono cambiate le condizioni che hanno generato, dopo la seconda guerra mondiale, le Istituzioni Internazionali e sono esse stesse fonti di tensioni e di conflitti.  Per esempio quelle economiche legittimano i paradisi fiscali, anche in Europa. Pratiche come il land grabbing ed il forest grabbing che depredano le risorse naturali sono fonti di conflitto.

Banca Mondiale, Fondo Monetario e WTO sono stati creati nel dopoguerra con gli accordi di Bretton Woods, per servire gli interessi occidentali. Oggi il Sud Globale rifiuta di mantenere questo assetto, anche questo è fonte di conflitti.

E’ indispensabile una riforma delle Istituzioni Internazionali con uno sforzo corale “Si vis pacem para civitatem” con Cicerone.

Il pomeriggio i lavori sono proseguiti nella discussione nei tavoli che hanno  discusso i temi della mattinata e sviluppato delle proposte che saranno assemblate e discusse in una prossima riunione.

Lascia un commento

Blog su WordPress.com.

Su ↑